PAOLO ROMANO
Mi piace correre, sciare, ballare il tango argentino, nuotare, andare in bicicletta, il vino rosso, il Toro, giocare a calcio, leggere libri, guardare film, la primavera, l’autunno, l’inverno, suonare la chitarra, parlare di politica, camminare in montagna, andare sott’acqua, cucinare, ridere, stare con gli amici, tornare a casa, esser chiamato papà, dormire abbracciato, l’odore della pioggia, correre sotto la pioggia, leggere il giornale, la pasta aglio olio e peperoncino, le cose semplici, i treni e il colore rosso.
C’è chi dice “sono un attore” e chi dice “faccio l’attore”. Io non credo di aver scelto il mio mestiere. Così come credo che, a differenza di altri mestieri, l’essere attore non abbia soluzione di continuità. Con gli occhi dell’attore si guarda il mondo, la vita, ci si sofferma sempre su cose insignificanti per molti. Ci vuole un grande coraggio per essere attori, perché ci vuole un grande coraggio ad andare incontro ad un rifiuto ogni giorno. Immagino la mia vita come un imbuto che da largo diventa sempre più stretto. Dopo essere passato da un buchino piccolo piccolo, mi sono ritrovato su un palco. Non ne sono più sceso.